Preavy Rotation 3

by Andrea Prevignano

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The Twilight Singers, Jay Farrar, Thin Lizzy, Mission of Burma, Bar-Kays

The Twilight Singers - Blackberry Belle (2003, One Little Indian)
Greg Dulli, l'ex cantante degli Afghan Whigs, corre da solo con un progetto che ricorda l'ultima incarnazione di quella formazione. L'album ha un mood romantico affascinante, anche grazie al vezzo di Dulli di trascinare pigramente la voce. I Whigs erano il gruppo più "soul" della Sub Pop, e quell'anima si è trasfusa in "Blackberry Belle". Poteva essere un EP miracoloso, e invece è solo un buon album, con un cameo di Mark Lanegan.

Jay Farrar - Terroir Blues (2003, Act/Resist Records)
Abbandonati temporaneamente i Wilco, Farrar mette insieme 24 brevi frammenti in bassa fedeltà, canzoni tra Dylan, Young e Daniel Johnston, fatti di poco: voce, chitarre acustiche, pedal steel, violoncello (mai tutti insieme). Di tanto in tanto ci sono canzoni da standing ovation.

Thin Lizzy - Jailbreak (1976, Mercury)
Vi vedo, inutile che fate quelle facce. Phil Lynott non si tocca, con quelle adenoidi può cantare quello che vuole. Uno dei rocker più potenti in circolazione, Danko Jones, gli deve pressoché tutto, dimostrando che il culto di Thin Lizzy è sempre vivo e attuale. Grande rock'n'roll ispirato in questo caso da "La guerra dei mondi" di H.G. Wells. Come i Motorhead, godettero della stima dei punkster inglesi del periodo. E poi c'è la grandissima "Boys Are Back In Town", un classico del rock britannico: provate ad ascoltarla in corsia di sorpasso.

Mission of Burma - Peking Spring (1993, Taang!)
Collezione di brani comparsi su una cassetta (ricordate le cassette?) nel 1985, comprendente brani tra il '79 e il '82, la maggior parte dei quali sarebbero finiti nel terzo album che non vide mai la luce. La vera new wave americana era quella: Minutemen, Gun Club, Meat Puppets, MX-80, gente seria, mica i cialtroni che circolano adesso.

Bar-Kays - Best of the Bar-Kays (1988, Stax)
Ottima raccolta che raccoglie brani dal periodo '68-'75, quello successivo al disastro aereo che portò via Otis Redding e buona parte della band. Hard funk a rotta di collo. Che ci si poteva aspettare dal gruppo che ha accompagnato Isaac Hayes in "Shaft"?

© Andrea Prevignano, Lorenzo Casaccia