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In The City Of Angels

LISA GERMANO

di Lorenzo Casaccia, 2002 ©

Dove voi vedete le cose ideali,
io vedo cose umane, ahi troppo umane
(Friedrich Nietzsche)

Sometimes I feel like / My only friend
Is the city I live in / The city of angels
(Red Hot Chili Peppers, Under The Bridge)


"Preferisci il sole o l'ombra?". "Fa lo stesso, mi vanno bene tutte e due"
Ci stiamo sedendo al tavolino di un caffe' all'aperto e la risposta che mi da' Lisa Germano, una delle musiciste piu' trascurate del nostro tempo, non puo' fare a meno di suonarmi come una descrizione involontaria della sua musica, sempre in equilibrio tra l'analisi delle pieghe piu' cupe dell'anima femminile ed un folk progressivo nella scia di Joni Mitchell e del primo Van Morrison.
E' un pigro pomeriggio di Agosto e siamo a Melrose, nel cuore di Los Angeles, e il nuovo disco della Germano, "Lullaby For A Liquid Pig" deve uscire tra breve sulla nuova label Ineffable (scopriro' poi che l'uscita e' stata posticipata).
Di fronte a un paio di latte, parliamo dei Calexico e di Beck, dell'essere americani a Los Angeles e dell'essere stranieri in America.
La Germano e' stanca, ma dimostra comunque meno dei suoi 44 anni. "Sono decisamente una persona umorale", dice.


Per quanto hai vissuto a Los Angeles?

Sono ormai cinque anni .

Perche' Los Angeles? Se c'e' una cosa che emerge immediatamente dai tuoi dischi e' il loro essere "personali" ed il loro trasmettere un senso di "intimita'". Ti potrei dire lo stesso per Juliana Hatfield, ad esempio, anche se i vostri dischi sono ovviamente molto diversi. Ma tutte e due siete venute a vivere a Los Angeles, che viene sempre considerata come la citta' "superficiale" per antonomasia...
E' una barzelletta! Tutti sanno che qui le cose sono superficiali e si comportano in modo superficiale. Ma e' tutto una specie di scherzo alla Hollywood! Qui si incontrano persone splendide. Ed il clima e' ottimo. Se mi ricordo bene, anche Juliana, come me, viene da un posto molto freddo (Boston, ndi). Io vengo dall'Indiana, e quando abiti in una specie di inverno continuo per 30, 40 anni, poi e' veramente bello stare al sole.
Adoro il sole. Mi sveglio al mattino, c'e' un bel sole e mi viene da dire "Fantastico!". Sono sicura che anche tu la pensi allo stesso modo! E a Los Angeles finisci per incontrare sempre un sacco di persone che fanno quello che fai anche tu. La storia della superficialita' e' solo un nome, e a meno che tu non voglia giocare a quel gioco, non ci fai nemmeno caso.
O almeno, io non ci faccio caso.

Dove esci a Los Angeles?
Non esco molto. Sono il tipo di persona che tende a stare a casa.


Lisa Germano nasce nel giorno di Capodanno nel 1958 a Mishawaka, in Indiana. Il padre era un immigrante italiano ed entrambi i genitori erano musicisti. La Germano fu iniziata da giovanissima al violino e alla musica classica insieme ai suoi cinque fratelli.
Sulla scena musicale arrivo’ pero’ tardissimo, alla fine degli anni ’80, gia’ con un divorzio alle spalle. Kenny Aronoff, il batterista di John Cougar Mellencamp la scovo’ in un country bar e la presento’ a Mellencamp che stava cercando per l’appunto una violinista.
La Germano venne assunta e suono’ nei dischi “Big Daddy” e “Lonesome Jubilee”. La sua carriera solista inizia quindi relativamente tardi, nel 1991, con "On The Way Down From The Moon Palace".


Riesci a vivere di musica?
No, lavoro in una libreria indipendente. Una delle ultime che sono rimaste in giro. MI ricorda un sacco del music business. Ci sono un sacco di scrittori che vengono e cercano i propri libri, per vedere se si trovano in giro. E' come quando uno va in un negozio di CD e cerca il suo CD e non lo trova. O come quando hai un disco che sta per uscire, ricevi magari delle buone recensioni ed il disco non si trova in giro.
E' quella la parte difficile: riuscire a distribuire e a rendere il proprio materiale disponibile. Ci sono un sacco di libri e un sacco di dischi in giro.

"Lullaby For A Liquid Pig" non e' sulla 4AD come i dischi precedenti.
No, e' da tre anni che non sono piu' su 4AD, praticamente da quando e' uscito "Slide" . "Lullaby" uscira' per la Ineffable. E' una nuova etichetta e il loro primo disco sara' il mio, quindi e' una specie di esperimento.
La cosa piu' importante e' che il tipo che la gestisce capisce veramente. E' un disco difficile, non penso che piacera' a molti ma penso che a quelli cui piacera' piacera' davvero. E' un disco triste, e a molte persone non piacciono piu' le cose tristi.
Pensa all'ultimo disco di Peter Gabriel, o l'ultimo disco di Beck: sono splendidi entrambi, ma le recensioni su Rolling Stone erano del tipo "era troppo deprimente per ascoltarlo tutto".
Le recensioni adesso sono diventate tutte del tipo "devi essere un figo"...

Per quanto hai lavorato a questo disco?
Sono 2-3 anni che ci lavoro, praticamente da quando ho finito "Slide". Ma ho veramente messo insieme tutti i pezzi nel Gennaio di quest'anno, quando sono riuscita ad incontrarmi con il mio bassista e il mio chitarrista. In realta' avevo gia' deciso di farlo nell'autunno scorso, ma sia il bassista che il chitarrista abitano da tutt'altra parte negli States e quando stavo per prendere i loro biglietti c'e stato l'11 Settembre, e dopo non volevo piu' far volare nessuno. A dire il vero non volevo piu' volare neanche io.
Allora ho cominciato ad usare ProTools, che e' veramente comodo perche' puoi suonare, creare qualcosa e poi mandarlo a qualcun altro senza problemi.

La produzione di Tchad Blake su "Slide" era stata molto particolare. Perche' non hai lavorato con lui anche su questo disco?
Perche' non avevo soldi! Per nulla. Per "Slide" era stata la 4AD a pagare. "Lullaby" invece l'ho registrato in casa, come avevo gia' fatto per "Geek The Girl". Ho poi racimolato qualche soldo andando in tour con Neil Finn ed ho cominciato a lavorarci con i miei amici passandolo su ProTools. E da allora ha cominciato a costarmi dei soldi, ed ho finito per spenderci tutto quello che avevo.
Il problema non e': "non ho un contratto con una casa discografica quindi non ho soldi". No. La faccenda e' che non assolutamente un soldo.
Non solo il tipo di artista che vuole che ogni canzone abbia lo stesso suono. Ogni canzone deve avere il suo suono, il suo umore, e Tchad e' stato eccezionale nell'aiutarmi su questo aspetto.


Le liriche della Germano sono tra le piu' ricche ed impietose mai scritte.
Raccontando di fatto se stessa e le proprie storie naugrafate, la Germano scandaglia ogni piega dell'innamoramento testardo, del dolore soffocato, delle lacrime trattenute.

Le sue sono storie di insicurezze (la ragazza che sfoglia il catalogo di "Victoria's Secret" con le modelle piu' belle del mondo), di incertezze (I hate you cause I love you / I need you cause I want you / I love you cause I hate me, come dice in "Forget It, It's A Mistery") e di paranoie (la ragazza che incolpa se stessa se sta male con il suo compagno in "Cry Wolf").
I suoi testi creano un mondo spettrale e fisicissimo allo stesso tempo. La sua autopsicoanalisi si colloca nella storia del rock accanto alla timida gioia ultraterrena di Laura Nyro, alla depressione di Nico, all'emancipazione di Joni Mitchell.
“Sai, ci sono momenti in cui guardi questa persona, e ti senti sempre agitata e inquieta quando sei con lui, e pensi: perchè lo amo se sono sempre agitata accanto a lui?”. Le parole con le quali Lisa Germano descrisse se stessa qualche tempo fa diventano, nelle sue canzoni, una riflessione universale sulle relazioni sentimentali il cui valore va ad aggiungersi a quello gia' strepitoso delle musiche.

In questo senso i suoi dischi, tra i pochi nel rock con testi che valga davvero la pena di leggere, si possono collocare accanto ai grandi film di Bergman sul rapporti di coppia (Donne In Attesa, Sorrisi di Una Notte D'Estate, Monica E Il Desiderio, Scene Da Un Matrimonio).



Quanto hanno venduto gli altri tuoi dischi?
Non molto. Il primo vendette 30mila copie perche' era su Capitol, Poi hanno continuato a calare,sempre attorno alle 10-20mila copie. Slide ha venduto 6mila copie.
La 4AD mi ha dovuto scaricare perche' non vendevo. Siamo ancora amici, ma la realta' e' che una label non puo' permettersi di investire soldi su di te se non vendi.
E' tutta una questione di media e pubblicita'. Quando "Geek The Girl" usci', ebbe ottime recensioni su Rolling Stone su Spin, ma il disco non si trovava, perche' c'erano stati dei problemi di distribuzione. Poi quando comincio' a circolare nei negozi era troppo tardi: tutti si erano gia' dimenticati delle recensioni.

Sei contenta della tua carriera? Rimpiangi un qualcosa che non e' avvenuto al momento giusto?
No. Sono il tipo di persona che si dice che se hai dato il meglio di te stesso per fare qualche cosa, beh allora le cose andranno come dovevano andare. Non ho rimpianti.
Certo, non mi dispiacerebbe guadagnare abbastanza soldi da potermi almeno permettere l'assistenza medica, o cose del genere. Ma sono contenta che ci siano persone cui i miei dischi piacciono cosi' come sono.
Un paio di settimane fa ho suonato al Largo (un club di Los Angeles, ndi), e alla fine c'erano due persone che stavano piangendo. E' una cosa che ti rende felice e triste allo stesso tempo, perche' da una parte sei contenta che la tua musica voglia dire veramente qualcosa per qualcuno, ma dall'altra e' chiaro che quelle persone stavano vivendo o avevano vissuto quacosa di triste, e allora magari preferiresti che non piangessero, ascoltandoti.
Ma almeno e' una cosa che da' un senso al tuo esistere, al fare quello che fai.


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Lisa Germano's official page